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La legge n. 2/2012  chiamata “legge Salva Suicidi” ha già salvato migliaia di famiglie che erano nella disperazione ma sono ancora in pochi la conoscono, purtroppo.


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Dopo la crisi del 2008, che ha sconvolto il sistema economico di tutto il mondo, la Comunità Europea ha fatto pressione al nostro paese per dare un freno al disastro che aveva messo in ginocchio gli italiani.

Nel 2012 finalmente succede quello che tutti desideravano ma non osavano chiedere: arriva in Italia la prima ed unica legge che cancella per sempre i debiti che non si possono più pagare.

E’ una rivoluzione per il nostro paese, se consideri che gli italiani in stato di sovraindebitamento sono oltre 7 milioni e che ci sono 2,5 milioni di famiglie che non possono più rispettare gli impegni presi, che non possono e non potranno mai più pagare i loro debiti.

La legge di cui ti parlo è attiva, esiste ancora oggi ed ha già salvato migliaia di famiglie che erano nella disperazione: è la Legge n.3 del 2012, chiamata “legge Salva Suicidi”. Sono passati molti anni, ma ancora in pochi la conoscono, purtroppo.

Questa legge permette ai privati cittadini, ai piccoli imprenditori o ai professionisti, di ridurre tutti i debiti fino alla completa cancellazione!

Questo significa che grazie a questa legge pagherai solo quello che puoi, mentre tutto il resto invece viene cancellato per sempre.

Grazie alle procedure previste dalla legge 3/2012:
– dirai per sempre addio all’assillo dei recupero crediti;
– non dovrai aver più paura di subire un pignoramento dello stipendio o della pensione;
– non ci sarà mai più traccia di debiti a tuo nome.

Lo scopo di questa legge è dare una nuova possibilità, una ripartenza dopo un brutto capitolo della propria vita.

La tua vita e quella dei tuoi cari può davvero tornare serena: la legge 3/2012 è la Soluzione Definitiva per Liberarsi da Tutti i Debiti e Ripartire Pulito!

Grazie alla legge 3/2012 sul sovraindebitamento i privati cittadini, ovvero artigiani, agricoltori, commercianti possono rivolgersi al tribunale a seguito di una crisi da sovra indebitamento, cioè in caso di situazione di effettiva difficoltà economica. A seguito degli accertamenti di giudice e di professionisti esperti, il privato cittadino potrà accedere ad un piano di rientro creditizio commisurato a debiti ed averi del debitore.

I creditori, dall’altra parte, non riceveranno l’intera somma cui hanno diritto, ma solo la parte che realisticamente il debitore può permettersi di pagare. Condizione perché il piano di rientro venga avviato è che esso venga accettato da almeno il 60% dei creditori.

Tra i creditori ci sono anche le banche. Un privato cittadino che ha contratto un mutuo e non riesce più a pagare le rate a causa di un’effettiva difficoltà economica, può proporre, infatti, alla banca una riduzione della somma. Accade spesso che la banca, a causa della crisi che affligge il settore immobiliare, preferisca raggiungere un accordo con il cittadino invece di vendere l’immobile all’asta.

Lo stesso discorso vale per Equitalia che non potendo effettuare un pignoramento sulla prima casa riuscirebbe a rientrare in possesso almeno di una parte della somma. Inoltre la legge salva-suicidi prevede delle agevolazioni fiscali per i fornitori dovute al fatto che essi percepiscono delle cifre inferiori rispetto a quelle pattuite precedentemente.

In sintesi, con la procedura da sovra indebitamento, da un lato il cittadino potrà ripagare i propri debiti in base a quanto realisticamente può permettersi, dall’altro i creditori riusciranno a recuperare parte dei propri soldi.

La risposta a questa domanda la vorremmo sapere in tanti, visto che migliaia di italiani hanno perso la vita per colpa dei debiti ed invece, grazie a questa legge, avrebbero potuto avere una seconda possibilità.

Il silenzio delle istituzioni e della stampa nazionale si sta rompendo a poco a poco, grazie anche alla nostra insistenza, alla nostra divulgazione diretta ed a tutte le nostre iniziative autonome per portare avanti la conoscenza di questa legge salva vita.

Pur avendo la soluzione a portata di mano, nessuno te ne parla, spesso nemmeno il tuo commercialista o il tuo avvocato. Questo perché non sono Specializzati in questa materia, in genere sono professionisti che fanno un po’ di tutto e visto che queste procedure sono molto delicate e complesse per loro, pensano che sia meglio evitare di tirare fuori l’argomento, perché non saprebbero come portare a buon fine tutta la pratica.

Le prove di questa cosa sono pubbliche: il 78% delle pratiche di legge 3/2012 che sono presentate nei tribunali vengono rigettate dai giudici. Significa che il 78% degli italiani si era affidato a professionisti non specializzati, e con la sentenza negativa del giudice ha perso l’unica occasione che avevano per liberarsi dai debiti e ripartire puliti.

Il rischio infatti è molto alto, dato che, quando il giudice boccia la tua pratica non potrai presentarla di nuovo per almeno 5 anni.